top of page

Come comunicano le Generazioni? Conoscere i canali di comunicazione come strumento di Retention aziendale


Oggi nel mondo sta avvenendo un radicale cambiamento nella forza lavoro. Ogni giorno 10.000 Baby Boomers ne escono e altrettanti Millennial e GenZ si affacciano al mondo del lavoro.

Se nel 2020 i Millennials hanno rappresentato il 50% della forza lavoro, entro il 2025 essi saranno il 75%.


Questo primo cambiamento generazionale, secondo Gallup e Deloitte, ha incrementato i costi del turn-over, cioè del costo sostenuto dalle aziende quando una persona decide di dare le dimissioni o viene licenziata. Stando agli studi di Gallup, il costo del turn-over potrebbe arrivare fino al 150% dello stipendio annuale del dipendente. Invece un altro studio di Deloitte ha rilevato che il costo della perdita di un dipendente potrebbe variare da decine di migliaia di dollari a 1,5 a due volte il loro stipendio annuale.

Sostenere una strategia di retention aziendale basata su un buon piano di comunicazione esterno ed interno, potrebbe essere una chiave di volta rispetto ai numeri sopra elencati. E quale migliore strumento di efficacia se non conoscere come alle generazioni piace comunicare?


Baby Boomers sono coloro che sono nati tra gli anni 1946 -1964. A loro, nel modo di comunicare, piace avere un pieno equilibrio tra email, voicemail, messaggi e incontri faccia a faccia. E’ quella generazione nata nell'immediato post guerra che si trova in piena sintonia con e nel rispetto delle gerarchie.


Della Generazione X (GenX) fanno parte i nati tra il 1965 e il 1980. Loro sono schietti e diretti nella comunicazione. Gli piace parlare poco ed essere concisi. Se aspettate una risposta via email da parte loro, dovete essere diretti e chiari nell'oggetto della mail. Invece sul testo dovete specificare cosa potrebbe essere per loro (o per l’azienda) di comune beneficio. Con la stessa logica della mail si potrebbe comunicare anche con i messaggi con la GenX.


Millennials sono nati tra il 1981 e il 1996. Sono i catalizzatori dietro molti cambiamenti nella comunicazione in azienda perché sono la più grande forza lavoro oggi nel mercato. I Millennials sono estremamente esperti di tecnologia (non dimentichiamoci che è la prima generazione che sta vivendo appieno la cosiddetta rivoluzione tecnologica) e fanno affidamento quasi esclusivo sui mezzi di comunicazione elettronici, cosa questa che genera anche una richiesta di feedback tempestivo.

L’affiliazione con la tecnologia ha fatto sì che loro preferiscano comunicare tramite video, immagini o testo. Cosa questa che ha fatto introdurre una nuova modalità operativa che è lo smart-working /home-office.


La Generazione Z o i GenZ sono gli ultimi approdati nel mercato del lavoro. Come arco temporale comprendono i nati tra il 1995 e il 2012. Diversamente dalle prime tre categorie i GenZ sono la generazione nata con la tecnologia, sono nati con Google e si aspettano che le informazioni siano immediatamente disponibili. I GenZ sono coloro che hanno coniugato un nuovo termine che è quello del Google It! Come la ricezione immediata dell’informazione anche la perdita dell’interesse da parte loro è quasi immediata, questo forse influenzato dalla quantità abnorme delle informazioni in circolazione. A loro piace comunicare con delle immagini ma la loro particolarità è il multitasking.


Non sorprendetevi quando vedrete nei loro schermi aperti diversi canali comunicativi (Skype, Google Meet, Whatsapp, LinkedIn, Teams, Facebook Messenger, ecc.)! Loro preferiscono i video e immagini rispetto al testo, ma la chiave del successo comunicativa con loro è la personalizzazione del messaggio trasmesso. Quest’ultimo fattore, ovvero l'importanza della personalizzazione (o del sentirsi unico), ha fatto sì che con questa generazione ci sia un ritorno nella comunicazione face to face. Comunicazione che comunque non è gerarchica ma bensì deve essere (o almeno, essere percepita) lineare e alla pari.


Una strategia di comunicazione efficace e intergenerazionale, dovrà quindi contemplare una variabilità dei mezzi di comunicazione e del così detto “tone of voice”. Oggi una strategia di retention aziendale e di employer branding non può prescindere da queste dinamiche al fine di contrastare l’incremento del turn-over in azienda.

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page